WHITE IS FOR WITCHING DI HELEN OYEYEMI

Ho letto che la follia si è manifestata quando tutto ciò che vedi e senti assume lo stesso significato. Un uccello morto può farti urlare, così come un pomello. ”


Miranda Silver è una giovane donna che un giorno scompare dalla sua casa tra le scogliere del Dover. Lei non è il primo membro della sua famiglia a sparire: sua madre, Lily, è stata uccisa ad Haiti quando aveva sedici anni e sua nonna, Jennifer, è scappata di casa quando Lily aveva solo un anno affidandola alle cure della sua bisnonna, Anna Good. Ed è proprio la casa di Anna Good, trasformata in una pensione da suoi genitori, quella da cui Miranda scompare. C’è qualcosa di sbagliato nella casa, qualcosa con cui solo Miranda è riuscita a entrare in contatto. 

White is for Witching è un romanzo che, sulla scia dei due lavori più famosi di Shirley Jackson (Abbiamo sempre vissuto nel castello e L’incubo di Hill House), raccontando di case infestate e apparizioni di fantasmi, affronta temi come lo squilibrio psicologico, la questione dell’identità personale e i disturbi alimentari attraverso l’esplorazione dell’alienazione e del senso di perdita della protagonista, che si lascia avvolgere quasi impercettibilmente in una nebbia sempre più fitta di depressione e follia. 

Miranda soffre di picacismo, un disturbo alimentare che la porta a ingerire sostanze non nutritive come terra, gesso e plastica, ed è rimasta fortemente turbata dalla morte della madre. All’inizio della storia, Miri è appena uscita da una clinica psichiatrica in cui è stata ricoverata per sei mesi e sembra essere sulla via della guarigione ma, nel momento in cui mette piede in casa, tutto precipita nuovamente: il suo picacismo è ancora presente, comunica con i fantasmi della mamma e della bisnonna e vede strane figure, come quella che chiama Goodlady, che infestano la casa e il giardino. La costruzione di Miranda — in particolare della sua psicologia — è molto interessante perché Helen Oyeyemi la introduce al lettore in un momento della sua vita in cui i suoi disturbi si sono già manifestati e non prima, quindi è un personaggio non affidabile e non si è in grado di stabilire se e in quale misura la sua psiche sia stata influenzata dalla casa prima della sua entrata in scena. 

La casa della bisnonna Anna Good si presenta come un’entità viva, possessiva e spaventosa, e gioca un ruolo fondamentale nel creare l’atmosfera inquietante e snervante che pervade tutto il romanzo. La sua personalità oscura, oltre a insediarsi in Miranda, riesce a toccare gli ospiti della pensione, considerati come corpi estranei da espellere dalla casa stessa, e la sua voce racconta il graduale declino di Miranda. Anche per la casa è interessante notare una caratteristica in particolare: reclama solo le donne della famiglia.

Oltre a Miranda e alla casa, Helen Oyeyemi racconta di altri due personaggi: Eliot, il fratello gemello di Miranda che si trova in una situazione di inettitudine verso la situazione della sorella, un personaggio abbastanza interessante ma che sfugge a qualsiasi tentativo di approccio da parte del lettore tenendo le dovute distanze; e Ore, una ragazza dal carattere molto forte che Miranda conosce durante il colloquio per entrare a Cambridge e con la quale instaura una profonda relazione. Sia Eliot che Ore introducono nel romanzo due trame secondarie attraverso il racconto delle rispettive storie personali che però non vanno ad intaccare la trama principale e non la fanno andare avanti in alcun modo ma hanno la funzione di completare il tema del dislocamento culturale e dell’alienazione che su un piano più simbolico è riferito anche a Miranda. 

White is for Witching è scritto in modo così criptico che a tratti è difficile riuscire a seguirlo e a comprendere tutto ciò che vuole dire l'autrice. Il romanzo si apre con un’introduzione che non ha il minimo senso fino a quando non si finisce di leggerlo e la narrazione è portata avanti da quattro voci identificabili come quelle di Eliot, Ore, un narratore in terza persona onnisciente e probabilmente la casa stessa che in diversi punti si confondono. Lo stile di scrittura di Helen Oyeyemi è estremamente virtuoso ed evocativo ma qualche volta tende a essere inconsistente. 

Pur essendo una lettura non facile e intricata, White is for Witching è un romanzo interessante per la particolarità della storia e per il peculiare modo in cui l’autrice affronta determinate tematiche celandole dietro le vesti di racconto di fantasmi. Sicuramente è un libro che rileggerò per poterlo comprendere e apprezzare meglio.

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White is for Witching di Helen Oyeyemi
Riverhead Books - 4 Febbraio 2014 - 304 pagine - € 12,10 ca

Inedito in Italia.

Commenti

  1. Ciao Veronica ❤
    Non conoscevo questo libro, ma sembra davvero intrigante! Dalla tua recensione sembra uno di quei libri che può rivelare elementi/aspetti nascosti o passati inosservati ogni volta che lo si legge :)

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    1. Ciao Silvia :)
      Sì, è un libro molto strano, proprio del tipo che cambia ogni volta che lo leggi e a seconda di chi lo legge. Nel caso lo leggessi, fammi sapere!

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