MORGANA DI SIMON KANSARA E STÉPHANE FERT

Sono io quella che dovevano incoronare, quest'oggi! Dovevo essere io a regnare sulla Bretagna! Io! Morgana di Tintagel! ”


Figlia di Gorlois duca di Cornovaglia e di lady Igraine, Morgana è la legittima erede al trono di Tintagel ma viene scalzata dal suo fratellastro Artù, figlio di sua madre e del Re britanno Uther Pendragon, a causa di uno stratagemma messo a punto da mago Merlino. Morgana non si dà per vinta e decide di affrontare Artù, Merlino e i cavalieri della Tavola Rotonda per riprendersi ciò che le spetta di diritto e che le è stato sottratto con l’inganno.

Simon Kansara e Stéphane Fert offrono una rilettura del ciclo arturiano raccontando la storia di Morgana, uno dei personaggi più affascinanti e controversi della mitologia medievale britannica che è sempre stato descritto come una figura negativa, soprattutto se messo in relazione con le gloriose gesta di re Artù, Lancillotto e mago Merlino.

La Morgana di Kansara e Fert non è solo una maga e una guerriera ma è prima di tutto una donna che rivendica il suo ruolo in una società maschilista diventando la protagonista assoluta della sua storia, se non positiva almeno con un profondo approfondimento psicologico e con delle motivazioni che aiutano a far chiarezza sulle sue azioni.

La vita di Morgana è segnata fin dalla nascita dal suo carattere particolare e dalle sue doti soprannaturali, tratti che trasmettono inquietudine e che mettono in soggezione non solo i dignitari di corte ma anche la sua stessa famiglia: sua madre la odia e la evita in quanto vede in lei la concretizzazione di tutti i suoi fallimenti; suo padre, pur amandola e lasciando il regno nelle sue mani quando è assente, non prende in seria considerazione le sue decisioni e riporta tutto allo stato originario per salvare le apparenze e le alleanze.

Morgana rompe gli equilibri tradizionali senza avere paura delle conseguenze delle sue decisioni, che prende sempre con giudizio, distribuendo colpe e assoluzioni a chi lo merita senza tener minimamente conto dello status sociale, della ricchezza e del genere di chi ha davanti, ma l’essere continuamente sminuita nelle sue decisioni e nel suo essere donna la portano ad accogliere nel suo cuore le radici di un sentimento che evolve in un feroce rancore verso il mondo e i suoi meccanismi.

Nel corso della sua vita Morgana attraversa diverse tappe che la rendono sempre più disincantata nei confronti di ciò che la circonda, finendo per ritrovarsi a percorrere una strada oscura e sanguinolenta ma secondo lei necessaria per ottenere giustizia e riscatto da coloro che l’hanno tradita e sottovalutata in quanto donna e maga, talvolta mettendosi al loro stesso livello ricorrendo agli stessi sotterfugi di cui è caduta vittima.

Morgana è un personaggio fatto di luci e di ombre, astuto e intelligente, con un forte senso della giustizia che alimenta il suo lato vendicativo, in quanto il suo essere più profondo è stato toccato dai giudizi e dalle manipolazioni delle persone che dovevano rappresentare per lei una guida e un sostegno.

L’intera opera riflette sul grande concetto della lotta del bene contro il male e in relazione a questo ribalta la tradizionale valutazione dei personaggi principali del ciclo arturiano: se al personaggio di Morgana vengono fornite delle motivazioni comprensibili a delle gesta che rimangono non condivisibili, di Artù, Merlino, Ginevra, Lancillotto e gli altri cavalieri della Tavola Rotonda viene messo in evidenza il rispettivo lato oscuro e manipolatore, disposto a tutto e a usare chiunque per raggiungere il proprio scopo.

Artù non è più il giovane dal cuore puro e nobile in grado di estrarre Excalibur dalla roccia grazie alle sue qualità ma un codardo vittima delle macchinazioni di Merlino, che allo stesso modo non è più un mentore saggio e positivo ma colui che tiene tra le mani i fili del destino dei suoi discepoli. Ginevra veste il ruolo della classica regina delusa nel suo grande sogno d’amore che trova consolazione tra le braccia di Lancillotto, ottuso come pochi e rappresentante di una élite di cavalieri che perdono tutte le loro connotazioni positive per comportarsi alla stregua di mercenari qualsiasi.

Stéphane Fert riesce a trasmettere la caratterizzazione e l’intensa emotività di tutti i personaggi con i suoi disegni e i colori che utilizza. Ad esempio, Morgana è un personaggio forte e ambizioso e graficamente viene reso con linee dinamiche che ne accentuano l’espressività e la cupezza.

In particolare è interessante la contrapposizione tra i colori freddi (nero, magenta, azzurro), che amplificano il sentimento di vendetta che anima Morgana e che intensificano la sua rabbia nelle scene di azione, e i colori caldi (giallo, rosso, marrone), che vengono utilizzati quando entrano in scena altri personaggi o nei cambi di ambientazione.

Nella composizione di alcune vignette si nota l’influenza che ha avuto Gustav Klimt su Fert: sono presenti una citazione diretta al Bacio e piccole macchie di colore che rievocano quelle delle opere dell’artista viennese, frutto delle sue riflessioni sulle tessere dorate dei grandi mosaici ravennati, che rendono vive le composizioni.

In Morgana Kansara e Fert decostruiscono il mito raccontando la storia dal punto di vista di un’eroina che non ha mai avuto il suo giusto approfondimento raccontando della sua forza, della sua rabbia e del sua vendetta volta alla conquista della libertà e del riscatto in una narrazione dai toni fortemente tragici in cui si fondono storia e magia che mette in evidenza la parte più oscura e controversa dell’animo umano.

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Morgana di Simon Kansara e Stéphane Fert
Tunué - 23 Maggio 2019 - 144 pagine - € 17,00

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