JANE, LA VOLPE E IO DI FANNY BRITT E ISABELLE ARSENAULT

Non succederebbe mai, nella vita vera. Giusto? ”


Helene è una ragazzina canadese sulla soglia dell’adolescenza che vive a Montreal insieme alla sua mamma e ai suoi due fratellini. La scuola per lei rappresenta un luogo di tortura e la sua situazione famigliare non è delle più felici. L’unico rifugio di Helene sono i libri, in cui si perde nel tragitto che ogni giorno compie in autobus per andare a scuola la mattina e ritornare a casa nel pomeriggio.

Helene, la giovane protagonista di Jane, la volpe e io, è un personaggio con il quale è facile entrare in empatia e che travolge per la sua profonda infelicità, per la grande solitudine e l’immensa tristezza che prova nei confronti di se stessa a causa delle parole e dei gesti delle persone che la circondano.

Come tutti coloro che si trovano a vivere in quel particolare momento di passaggio tra l’infanzia e l’adolescenza, in cui non si è più bambini ma non ancora adulti, Helene inizia ad avvertire in sé i primi cambiamenti sia a livello fisico che mentale. Se già questi cambiamenti rappresentano di per sé un piccolo sconvolgimento nel proprio mondo con cui non è facile e immediato rapportarsi, per Helene è tutto più difficile a causa delle prese in giro e degli insulti che le rivolgono costantemente le sue compagne di scuola riguardo il suo fisico.

Il bisogno di conformarsi al modello estetico delle sue compagne, la convinzione che abiti alla moda la rendano una persona meritevole delle attenzioni degli altri e la forte paura di non piacere per quello che è alimentano le insicurezze di Helene.

Il suo continuo non sentirsi adeguata e omologata alle sue compagne ha un duplice effetto: da una parte Helene si colpevolizza per non riuscire ad apprezzare come vorrebbe gli abiti che sue madre le cuce di notte, dopo aver concluso le faccende domestiche e mandato tutti a dormire, o che riesce a comprarle grazie al suo lavoro, con il quale a fatica mantiene la sua famiglia; dall’altra pensa di non meritare alcun tipo di amore o affetto.

Davanti a sentimenti così forti e radicati nella mente di un personaggio così giovane, da lettori ci si sente completamente impotenti e da persone, indifferentemente se giovani o adulti, si è portati a riflettere sul modo in cui ci si rapporta con chi si ha intorno e che modelli si trasmettono a occhi e menti così giovani. Helene si sente profondamente a disagio nel suo corpo ma in realtà non c’è nulla che non vada in lei, è esattamente una ragazzina come tutte le altre, però non è in grado di vederlo perché i suoi occhi e le sue orecchie sono pieni del giudizio superficiale e gratuito degli altri.

L’antidoto di Helene al veleno dei suoi compagni sono i libri, in particolare Jane Eyre, la cui protagonista orfana e disprezzata da tutti, priva di bellezza, denaro e futuro, nella brughiera inglese riesce a sbocciare e a riscattarsi nonostante le avversità. La governante inglese eroina di Charlotte Brontë diventa il modello della piccola Helen e il racconto delle sue vicende si inserisce nella sua quotidianità per infonderle un po’ di speranza e coraggio nei confronti del futuro.

Come Jane, anche Helene deve affrontare alcune prove prima di poter iniziare a vedere il mondo a colori. L’incontro, fugace, nel bosco con una piccola e splendida volpe dal pelo rosso con un ciuffo di peli più scuro sulla zampa anteriore sinistra che assomiglia a un neo, una piccola imperfezione, porta con sé un po’ di magia e la possibilità di entrare in comunicazione con un altro essere vivente. Lo sguardo intenso della volpe, fisso sul viso di Helene, sembra quasi scrutare nell’anima della ragazzina e, come una piccola epifania, porta alla consapevolezza dell’esistenza del mondo interiore, dello spirito delle cose.

Il racconto per immagini delle vicende quotidiane di Helene è reso attraverso una malinconica scala di grigi, che risulta ancor più opprimente dall’espressione perennemente triste sul viso di Helene e dal flusso incessante dei suoi pensieri relativi alle difficoltà che si trova a vivere. Il colore fa la sua comparsa solo nelle tavole dedicate a Jane Eyre, come a suggerire che solo tra le pagine del suo romanzo Helene riesce finalmente a essere se stessa e in armonia con il mondo che la circonda.

Scritto da Fanny Britt e illustrato da Isabelle Arsenault, Jane, la volpe e io non è solo una storia che parla di bullismo ma parla anche (e soprattutto) di coraggio, speranza, amicizia, vita e del potere della letteratura.

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Jane, la volpe e io di Fanny Britt e Isabelle Arsenault
Modadori - 25 Febbraio 2014 - 98 pagine - € 16,00

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