ANIMALI FANTASTICI. I CRIMINI DI GRINDELWALD

Ho scelto da che parte stare. ”

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1927, New York. Il Mago Oscuro Gellert Grindelwald è stato catturato dal Magico Congresso degli Stati Uniti d’America grazie all’aiuto di Newt Scamander. Durante il trasferimento, Grindelwald riesce però a fuggire e inizia a raccogliere attorno a sé seguaci. Albus Silente affida a Newt il compito di impedirne l’ascesa.

I crimini di Grindelwald è il secondo dei cinque film che compongono la serie di Animali Fantastici, spin-off cinematografico della saga di Harry Potter di J.K. Rowling. È uscito ormai da più di un mese e con questo post voglio spiegarvi perché non mi è piaciuto. Se non lo avete ancora visto, vi consiglio di non proseguire nella lettura perché ci saranno degli spoiler. Posso però dire, molto brevemente, che la mia critica riguarda la gestione dei tempi del film e dei suoi contenuti, la resa dei personaggi, gli errori legati al mondo magico e la mancanza di elementi originali.

Uno degli aspetti positivi di I crimini di Grindelwald riguarda la parte cinematografica: la fotografia e gli effetti speciali lo rendono un film godibile e coinvolgente dal punto di vista visivo. Personalmente non amo i film troppo affollati, in cui gli effetti speciali sono palesi o troppo invasivi, ma è un gusto totalmente personale e riconosco che, oggettivamente, in questo caso svolgono il loro compito in maniera eccellente. Devo però fare un appunto sul montaggio, che non è sempre chiarissimo e che si dimentica qualche pezzo per strada, finendo per non raccordare bene la scena precedente con la successiva.

Uno dei primi motivi di disappunto personale riguarda il titolo che è stato dato a questa serie: Animali Fantastici (Fantastic Beasts). Questo titolo rispecchia esattamente il primo film, in cui i protagonisti assoluti sono Newt e gli animali fantastici. In questo secondo capitolo le cose cambiano decisamente e gli animali fantastici diventano accessori: anche se sono funzionali alla storia come spalle che aiutano Newt in diversi punti del film nella risoluzione di determinate situazioni, rimangono un qualcosa che ha a che fare solo con lui, che lo caratterizzano — e anche nei punti in cui sono di aiuto a Newt, si poteva arrivare alle stesse conclusioni con altri espedienti. Gli animali fantastici non sono una parte integrante e attiva della storia perché la storia generale in realtà non si basa su di loro ma verte su qualcos’altro. Si perde così anche il forte messaggio animalista che caratterizza il primo film: Newt non opera alcuna distinzione tra umani e animali, è estremamente legato a loro, entra nel loro mondo e allo stesso modo loro entrano nel suo, in un rapporto empatico che permette la totale comprensione reciproca.

Al disappunto del titolo dato alla serie, si collega il disappunto del sottotitolo dato a questo film: I crimini di Grindelwald (The Crimes of Grindelwald). Grindelwald è un personaggio che fondamentalmente si conosce poco, tutto ciò che si sa è legato al mondo di Harry Potter. I crimini di Grindelwald crea delle aspettative nello spettatore: ci si aspetta di conoscere meglio questo personaggio, di avere il suo punto di vista, di conoscere le sue motivazioni profonde, di capire perché è così pericoloso e perché rappresenta una minaccia. Invece no, nulla di tutto questo. Grindelwald è un cattivo che viene esplorato poco e tutti i suoi crimini rimangono nell’ombra semplicemente perché è un personaggio che ha poco spazio. Come tutti i personaggi, del resto.

L’errore principale di I crimini di Grindelwald è che è un film gestito male e dispersivo, in cui viene offerto fin troppo allo spettatore. Sicuramente presenta dinamiche che verranno riprese e ampliate nei capitoli successivi ma ci sono personaggi, situazioni e tematiche che in questo film non hanno motivo di esserci perché, uno, sono solo accennati e, due, sacrificano ciò che di importante c’è in questo film. È un grande film introduttivo, un calderone nel quale si andrà a pescare per i capitoli che verranno. In questo panorama, Animali Fantastici rappresenta un film a sé.

La storia non ha un vero e proprio nucleo centrale forte da seguire, ci sono tantissimi personaggi che non hanno una vera e propria evoluzione, che sono poco o male approfonditi, altrettante storyline che vengono risolte troppo frettolosamente o che spesso e volentieri scadono nel ridicolo, e troppi spostamenti che confondono perché troppo veloci e poco definiti.

Una delle caratteristiche del mondo magico definite dalla Rowling è che si differenzia dal mondo babbano per quanto riguarda i costumi e le ambientazioni. Se questa peculiare differenza viene mantenuta bene in Animali Fantastici, qui è totalmente assente: i costumi dei magici sono troppo simili a quelli babbani e non si capisce chi è chi, l’unico vestito nell’eccentrico modo dei maghi è Newt; le ambientazioni non sono nettamente riconoscibili, la Parigi babbana è uguale a quella magica ed è difficile percepire gli spostamenti tra i due piani.

La più grande delusione sono i personaggi.

Newt è un personaggio timido, introverso, strambo e originale, che ama gli animali più delle persone, con le quali il più delle volte evita il contatto fisico e visivo. Si allontana dal tipico protagonista maschile per la sua sensibilità e delicatezza e, rivedendo anche il primo film, mi è sembrato che possa essere anche la rappresentazione di un personaggio con disturbi dello spettro autistico, perché no. Newt è un personaggio estremamente interessate, complesso e sfaccettato, ma non ha spazio. Nonostante si presenti come il protagonista, in questo film non lo è e si limita ad essere l’unico legame con il tema della serie.

Tina e Jacob sono due personaggi completamente inesistenti. Tina è un personaggio interessantissimo e con tanto da dire, doveva avere molto più spazio ed essere maggiormente approfondito, ma si limita ad essere funzionale a Newt nella farsa della relazione tra Leta e Theseus. Jacob è un personaggio estremamente buono, che guarda con ammirazione il mondo dei maghi e che porta leggerezza e simpatia nella storia, ma in questa situazione si limita a spalla comica quando c’erano tutte le basi per un approfondimento psicologico importante.

Queenie è il personaggio più snaturato di tutti. Lei è un personaggio adorabile, caloroso, sorridente, risoluto, fresco, che cerca sempre di vedere il lato positivo delle situazioni, anche delle più drammatiche. La sua leggerezza non è stupidità: è lei che si è avvicinata a Newt cercando di comprendere il suo dolore e la sua sofferenza per Leta, nel primo film. Per questo motivo non avrebbe mai somministrato a Jacob una pozione d’amore contro il suo volere, vista la loro relazione così spontanea e carina. La scena del suo smarrimento tra la folla è molto forte ed è descritta benissimo, l’unico momento in cui Queenie è davvero se stessa. La scelta finale di andare con Grindelwald non è per niente giustificata, i suoi dubbi e i suoi timori non vengono minimamente esposti. Queenie non è un personaggio debole e che si lascia influenzare, sembra assurdo che l’abbia fatto solo per poter proteggere la sua relazione con Jacob. (Capisco benissimo cosa hanno voluto fare, mettere su due campi opposti Tina e Queenie, ma per me hanno fallito.)

Nagini e Leta sono completamente inutili per il modo in cui sono presentate. Nagini, che presumibilmente diventerà un personaggio fondamentale nei prossimi film, si limita ad accennare senza approfondire il tema della schiavitù umana e animale. Leta, che fin dal film precedente sembrava dovesse essere un personaggio di punta, viene sprecato riducendolo a un inutile triangolo amoroso e a un’assurda vicenda familiare.

Il Silente di Jude Law preannuncia il Silente che verrà: un personaggio che non si espone mai troppo e che ha sempre dei piani che non svelerà mai, non ancora un mentore ma già amatissimo dagli studenti e considerato il più grande mago di tutti i tempi. Non mi è piaciuto come è stato rappresentato il tema dell’omosessualità: in pubblico, Silente fa un’esternazione davanti a degli estranei e in una determinata situazione che lo fa risultare totalmente fuori personaggio; in privato, nel momento in cui si doveva spingere per lanciare un messaggio molto forte attraverso un personaggio-icona, le cose rimangono ambigue e non percepibili da tutti gli spettatori per ciò che sono realmente. 

Grindelwald, come già detto, è un personaggio interessante ma non tanto per l’interpretazione che ne fa Johnny Depp. Rispetto a Voldemort che ha perso la sua natura e che incute terrore persino tra i suoi adepti, Grindelwald è un cattivo molto più sfaccettato, che affascina con le sue fini tecniche di persuasione, che convince colpendo le debolezze di chi lo ascolta. È un personaggio con tantissimo potenziale, ma è il peggio sfruttato all’interno di questo film.

La scena nel mausoleo dei Lestrange è l’unica cosa che salvo di questo film, un parallelismo molto forte con la nascita e l’ascesa del totalitarismo per i dialoghi e il metodo usato da Grindelwald, che crea un forte legame con la storia babbana contemporanea.

Ci sono poi una serie di errori legati all’uso della magia e al mondo magico di cui non riesco a comprendere l’esistenza, visto il coinvolgimento della Rowling nella sceneggiatura. Ho letto varie teorie che cercano di dare un senso a ciò che a me risulta totalmente scorretto e alcune cose possono essere giustificate come disattenzioni, ma vi riporto quelle che secondo me sono delle assurdità:
  • La McGranitt a Hogwarts, quando non è ancora nata;
  • La materializzazione dei ministri a Hogwarts;
  • La bacchetta data a Credence da Grindelwald;
  • La questione maledictus, completamente assente in Harry Potter.
Sulla rivelazione finale che vede Credence fratello di Silente non mi pronuncio per niente. Se la spacciano per verità, mi rifiuto; se è tutta una farsa e l’hanno fatto solo per scioccare lo spettatore alla fine del film, mi rifiuto.

Concludo con un’ultima riflessione. I crimini di Grindelwald non riesce a distaccarsi da Harry Potter, del quale replica determinate dinamiche (questo mi è venuto in mente quando ho ascoltato l’Hedwig's Theme): il nucleo centrale di tre persone costituito dall’eroe del tutto improbabile, dal personaggio femminile intelligente e dalla spalla comica; il cattivo che prende potere e che raccoglie seguaci; Newt e Leta che ricalcano la storia di Severus e Lily.

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Animali fantastici. I crimini di Grindelwald di David Yates
(Fantastic Beasts #2)
2018 - 134 minuti - fantastico, avventura

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